Mirella Bentivoglio
«Francesco Guerrieri lavora su una modulazione timbrica. Due gialli: più il bianco che li scandisce e li separa. Sono colori molto vicini, quasi le tappe di una sfumatura. Sembrano debordare l’uno nell’altro attraverso confini ondulanti, manuali, non rigidi: atti perciò ad aumentare l’impressione di una confluenza cromatica. Sembra che questo artista, abituato alla durezza del legno, adeguandosi al linguaggio della grafica abbia voluto ridurre al minimo ogni allettamento (di forma, di colore) che non riporti ad effetti di scrittura, di gesto. Ma controllati, dilatati; non più soggettivi. Allinea strisce verticali, le interrompe con una rapida e spessa notazione bianca, in negativo. La testimonianza di un’assenza? L’individuale nel collettivo? Ogni analogia verbale è limitante, superflua. Possiamo leggere l’interruzione serpentina come natura che improvvisamente snodi la propria energia dentro uno schema iterativo».
MIRELLA BENTIVOGLIO (dalla cartella di serigrafie “Drei, Guerrieri, Mengolini, Vancheri”, Grafiser, edizioni 4SAI, Roma, 1973)