Immarginazione

Immarginazione

Sandra Orienti

«…Guerrieri ha ideato le sue opere appositamente per la galleria destinata ad accoglierle, quasi esemplificando l’eventualità di condurre la pittura nello spazio, in luogo del suo contrario. Il segno dell’artista si “immargina” appena ai bordi della tela, fin dove giunge il risguardo del telaio, impegnandone lo spessore. Ma per comprenderci lo spazio, non iscatolandolo ma superandone la presenza di inafferrabile eppur reale diaframma, ha ideato tre elementi: un quadrato, che è una sorta di grande e praticabile mirino ambientale: un telaio vuoto, quasi ad indicare un successivo aggiustamento percettivo, infine una tela, segnata ai margini e dipinta di bianco”.

SANDRA ORIENTI, Il Popolo, “Mostre d’Arte”, Roma, dicembre 1977.
 
Bruno D'Amore

“..Uscito dapprima dalla tavola, e giunto sul bordo, poi dietro, fino a cercare di coinvolgere, pittoricamente, la terza dimensione, Guerrieri ha sempre spiegato di lavorare sulla pittura e non sull’oggetto tridimensionale; i suoi quadri sono “aperti”, assimilabili a visioni affascinanti di un artista rinascimentale. Il che si scorge anche nel suo accenno alla libertà: a misura d’uomo. …questo aspetto direi evidente ma magico della ricerca di Guerrieri: la pittura, come scopo come mezzo come fine per giungere al discorso sulla pittura”.

BRUNO D’AMORE, “Francesco Guerrieri – immarginazione”, Il Cortile, Bologna. Marzo 1978.
 
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