Sandra Orienti
“…Le opere della Drei e di Guerrieri mantengono, alla distanza di circa tre lu¬stri, la loro impavida qualità, la loro vampa interattiva affidata al taglio combinatorio delle forme elementari eccitate dal dinamismo cromatico, ed anche tutta la carica di sollecitazioni.
Intese a cogliere la struttura primaria della forma nel rapporto percettivo che allea l’occhio al cervello, l’operazione ghestaltica non compie acrobazie parascientifiche, non simula la scienza, ma stabilisce con essa e con la tecnologia rapporti suscettibili di interrelazioni e di interscambi.
È quindi un’operazione, quella della Drei e di Guerrieri, che ancora oggi - e non soltanto allora, al suo proporsi, quando sembrò, e in gran parte lo era, l’unica via praticabile per un vasto campo di esperienze artistiche agganciate ad una più ampia, attuale e futuribile dinamica - costituisce uno dei capisaldi della cultura contemporanea; ed è ancora, un territorio tutto agibile per assonanti ricerche nel campo dell’urbanistica, dell’architettura, del design, solo che coloro che operano in queste aree possano avere occhi per il presente e per il futuro, invece d’essere incantati, come sono, da crepuscolari sirene”.
SANDRA ORIENTI, da Strutture della forma, Lo Sperimentale p. ai Musei Civici di Macerata, “Il Popolo”, Roma, 28 ottobre 1981
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Giorgio Di Genova
Nel giro di volta dal decennio Cinquanta al Sessanta in Europa si verificò una spinta “oltre l’Informale” che in Italia (da Milano a Padova, da Roma a Livorno ed atri centri) generò raggruppamenti di artisti tutti protesi ad un rinnovamento della concezione dell’arte e degli strumenti del comunicare artistico di grande portata. La IV Biennale di S. Martino, tenutasi nel ’63 e posta appunto sotto il titolo do Oltre l’Informale, costituì con il collaterale 12° Convegno Internazionale Artisti, Critici e Studiosi d’arte di Verucchio un’importante occasione storica di riflessione sulle nuove emergenze linguistiche.
In tale occasione i gruppi cinetici e ghestaltici, o programmati, intervennero nel dibattito contribuendo alla loro consacrazione, ulteriore per taluni (Miriorama di Milano e Gruppo N di Padova) e ufficiale per altri, tra cui i romani Binomio Sperimentale p (p = puro) e l’Operativo r (r = Roma), queste ultime due diramazioni nel precedente Gruppo 63, da poco disgregatosi.
Il Binomio Sperimentale p era costituito dalla coppia Francesco Guerrieri e Lia Drei, figlia del noto scultore e pittore Ercole Drei, i quali facevano una pittura che voleva “integrarsi nel processo produttivo della società, dare il proprio contributo, partecipare - con una sua competenza specifica - al progresso scientifico e tecnico”, come era esplicitamente dichiarato nel documento letto a Verucchio, nel quale si fissavano i principi spazio-temporali della ricerca operativa dalla coppia praticati. Ricerca che era impostata su simbolici elementi aniconici che venivano organizzati in progressioni matematiche, riferite sia alle composizioni che a pochi colori utilizzati. La loro produzione era organica a quel momento particolarmente interessante della ricerca “oltre l’Informale” a Roma, alla quale sia Guerrieri che la Drei dettero un determinante contributo come le loro opere di quella stagione qui presenti stanno a testimoniare.
GIORGIO DI GENOVA, Ritmi a colori di ieri e di oggi, in catalogo XXVII Premio Sulmona 2000
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